“Per Te il silenzio è lode, o Dio, in Sion”
(Sal 65)

Suor Chiara Anna Grazia Siciliano, monaca clarissa, ha professato la regola e vita evangelica alla maniera di Chiara di Assisi, il giorno 11 gennaio 2009, nella cappella del monastero di S. Lucia di Città della Pieve.
Originaria di Scorrano, faceva parte della Gi.Fra. della fraternità di Scorrano, quando ha cominciato il cammino di discernimento vocazionale. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza ha scelto di entrare in monastero.
Da due anni si trova nel monastero di Gerusalemme in aiuto a questo.
Mi ha mandato questo articolo che ci rende partecipi della vita di una ragazza che ha donato la sua vita al servizio del vangelo e dell’umanità, nel silenzio-contemplazione di un monastero.

(Nelle foto, alcuni momenti della professione di suor Chiara Annagrazia)
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SUOR CHIARA ANNAGRAZIA

C’è silenzio a Gerusalemme. Lontano dal rumore del traffico, del via vai di pellegrini che ogni giorno gremiscono la città ... É silenzio!
L’esperienza del salmista non è poi così tanto diversa né lontana da quella di chi vive nelle mura di un monastero, del monastero di Gerusalemme; qui il silenzio è lode; qui il silenzio è luogo d’incontro, di ascolto per “poter aderire unicamente alle profondità del mistero di Dio” (FF 3227), come c’insegna la madre S. Chiara. Nell’apparente inutilità di una vita rinchiusa e nascosta il silenzio diviene supplica, lode, adorazione.
E in questo luogo, come ormai d’abitudine dopo la preghiera vespertina, mi avvio in fondo all’immenso giardino che circonda il monastero, come in un devoto pellegrinaggio che prepara un “incontro”. Arrivo fino al limite, dove il terreno s’inclina scivolando giù nella valle, aprendosi in un’incantevole vista su Gerusalemme; è solo un frammento della città, ma quanto basta per prendere contatto con questa terra benedetta e con la realtà che mi circonda, per lasciare maturare la consapevolezza del mio stare qui.
Si è appena dissolta nell’aria l’eco dei muezzin che annunziavano l’ora della preghiera mussulmana. Ora tutto tace.
É il momento della preghiera: ciascuno trova il suo spazio, innalza la sua lode, adora il suo Dio. Siamo un’unica voce, immersi in unico Mistero, ciascuno  con la propria lingua, cultura, religione... e davanti al mistero si può solo tacere, piegare le ginocchia, attendendo col cuore povero il “sussurro divino”.
Mentre il cuore medita e contempla, il mio sguardo si allunga su tutta la valle – che secondo la tradizione sarebbe il luogo dell’incontro tra Abramo e Melchisedeck -, dal Monte degli Ulivi fin dove l’orizzonte lascia intravedere i monti di Moab. È uno scenario arido e secco, tutta roccia con qualche piccola macchia di verde qualche abitazione sparsa qua e là sulla fiancata. Eppure queste pietre rivelano una loro bellezza indubbiamente legata al fatto che hanno conosciuto il Figlio di Dio: qui Gesù si è manifestato nella sua umanità, qui ha vissuto la sua intimità col Padre, la comunione con gli apostoli, la sua Passione e Risurrezione; sembra di riascoltare i passi della Scrittura... nel silenzio... e d’incontrare il mistero di Gerusalemme, terra povera e travagliata, terra dell’Amato, dove l’Amore ha innalzato il dolore, l’angoscia, la solitudine di ogni uomo.

E’ ancora forte quel grido che “dal legno della croce ammoniva i passanti a riflettere: <<O voi tutti che passate per via, fermatevi a vedere se c’è un dolore simile al mio dolore>> (FF 2904) … Chiara conosceva bene quella voce che ascoltava e custodiva nel silenzio di San Damiano, desiderando che rimanesse desta anche nel cuore delle sue figlie... fino ad oggi, in questo luogo a lei tanto caro.
Oggi noi siamo realmente qui, sentinelle e custodi di una memoria che, attraversando tutti i tempi, continua a restar viva e presente: sentinelle che vegliano e pregano nel cuore di una piccola chiesa; custodi del Mistero che prima di tutto abita la nostra vita, rivelandosi in un ordinario che passa attraverso grandi e piccoli eventi che scandiscono il tempo di questo fecondo pellegrinaggio terreno.
É significativo come tutto accade lentamente, silenziosamente, e tutto resta avvolto dal Silenzio, come questa giornata che ormai volge al termine. Ancora qualche minuto per consegnare l'ultimo pensiero e per vedere apparire su, nel cielo, la prima stella.

É spontaneo il riferimento a Maria, Regina di questa terra; a Lei l’affidamento di questo giorno che, come gli altri, si conclude nel silenzio della lode.

Suor Chiara Annagrazia